If you think that we are living in a crazy period of world history and would leave a comment, you're welcome.

World News

sabato 29 marzo 2008

Cos'è l'Open Net Initiative e come si combatte la censura nel mondo (anche quello libero)


Ron Deibert è direttore del Citizen Lab di Toronto, centro di ricerca all'avanguardia nel monitoraggio della censura online. Collabora con le università di Toronto, Harvard, Oxford e Cambridge alla OpenNet Initiative .


La Open Net Initiative è finanziata da diverse fondazioni come la MacArthur Foundation e l'Open Society Institute. Non accettano soldi dai governi.


L'Advance Network Research Group dell'università di Cambridge coordina la ricerca sul campo. Al Citizen Lab invece sviluppano gli strumenti di monitoraggio delle reti. Collaborano con circa ottanta Ong, da cui ricevono informazioni sulla lingua e i problemi politici a livello locale.
Dicembre 2006: il Citizen Lab ha rilasciato Psiphon un software che consente ai navigatori di aggirare la censura nei paesi che bloccano l'accesso a determinati siti.
Il primo passo per rendere Psiphon operativo è che una persona residente in un paese in cui internet non è censurata scarichi il software e lo installi sul proprio computer, che diviene così un provider Psiphon. La persona in questione fa quindi pervenire le informazioni per connettersi al proprio nodo Psiphon a una ristretta cerchia di familiari, amici o colleghi residenti in un paese in cui la rete è censurata.
Quando questi vogliono visualizzare dei contenuti bloccati si collegano con un nome utente e password al nodo-provider Psiphon, che li collega a sua volta all'informazione richiesta. Poiché l'intera transazione è crittata e il processo rimane privato, è difficile per le autorità individuare e bloccare i nodi Psiphon.
Le Olimpiadi di Pechino saranno una buona occasione per fare diventare questa iniziativa anche un businness con contenuti etici. Migliaia di giornalisti arriveranno in uno dei paesi in cui la rete è più censurata. Per questo Citizen Lab ha creato una società apposita che ha riscontrato un interesse immediato, per lanciare Psiphon come business e permetter di aggirare la censura cinese.
Grazie Citizen Lab

venerdì 21 marzo 2008

Non andate a votare

IN EDICOLA
Per chi vota la mafia
di Peter GomezL'amico del killer che uccise Falcone, i notabili sotto processo o assolti per cavilli, i parenti stretti dei padrini. Tutti i nomi nelle liste di Udc, Pdl e Pd. Ecco il peso dei boss nelle elezioni

Se le cose andranno come devono andare, se in Sicilia l'Udc supererà la soglia dell'8 per cento dei voti, nel prossimo Senato siederà un uomo che Giovanni Brusca, il capomafia killer del giudice Giovanni Falcone, considerava "un amico personale". Si chiama Salvatore Cintola, ha 67 anni, è laureato in lingue e in vita sua è stato prima repubblicano, poi socialdemocratico e quindi socialista. Per qualche settimana ha anche militato in Sicilia Libera, un movimento indipendentista creato nel '93 per volere del boss Luchino Bagarella.
Ma alla fine ha scoperto una vocazione per il centro ed è passato alla corte di Totò Cuffaro diventando deputato regionale sull'onda di migliaia di preferenze (17.028 nel 2006). Due anni fa ad Altofonte, raccontano le intercettazioni, la sua campagna elettorale era stata condotta pure dagli uomini d'onore, ma farsi votare dalla mafia non è un reato. Frequentare i boss neppure. E così la posizione di Cintola, iscritto per ben quattro volte nel giro di 15 anni sul registro degli indagati della procura di Palermo, è stata come sempre archiviata.

Cintola, numero quattro del partito di Casini nella corsa a Palazzo Madama, può insomma tentare liberamente il gran salto in Parlamento. E se ce la farà si troverà in compagnia di una foltissima pattuglia di amici, parenti, soci, complici veri, o presunti, di mafiosi, 'ndranghetisti e camorristi. Sì perché mentre Confindustria espelle non solo i collusi, ma persino chi paga il pizzo (persone cioè che codice alla mano non commettono un reato, ma lo subiscono), Udc, Pdl, e, in misura minore, il Pd, di fronte al rischio mafia chiudono gli occhi.

Nelle tre regioni del sud, Sicilia, Calabria e Campania, quello della criminalità è infatti un voto organizzato, al pari di quello delle associazioni dei precari (voti in cambio dei rinnovi dei contratti pubblici) o del volontariato (voti contro finanziamenti). Quanto pesi dipende dalle zone. In alcuni comuni della Calabria, ha spiegato il pm Nicola Gratteri, sposta fino al 20 per cento dei consensi. Numeri analoghi li fornisce a Napoli il sociologo Amato Lamberti che parla di una "joint venture criminale tra camorristi, imprenditori spregiudicati e e politici affaristi, in grado di orientare su tutta la regione il 10 per cento dell'elettorato".

Mentre a Palermo, il vicepresidente della commissione antimafia Beppe Lumia (Pd), spiega: "I voti che Cosa nostra controlla sono circa 150mila. Sono una sorta di utilità marginale che, indipendentemente dai sistemi elettorali, serve per raggiungere gli obiettivi: o la quota dell'8 per cento al Senato, o la vittoria complessiva in caso di testa a testa. Solo alla fine della campagna elettorale, comunque, chi opera sul territorio può rendersi conto delle scelte delle cosche. È a quel punto che i mafiosi lanciano segnali: sanno di essere forti e lo fanno pesare".

Il palazzo di giustizia di PalermoGià, i segnali, ma quali? I colloqui intercettati durante le ultime consultazioni narrano che Cosa nostra, quando si vede richiedere il voto, sceglie spesso la linea dell'understatement. "Allora noi ci muoviamo. Però con riservatezza, come merita lui, con molta pacatezza, capisci (altrimenti) gli facciamo danno", dicevano nel 2001 i mafiosi di Trabia a chi domandava loro un appoggio per la candidatura di Nino Mormino, l'ex vice-presidente della commissione Giustizia della Camera, oggi lasciato in panchina dal Pdl. Non è insomma più epoca di evidenti passeggiate sotto braccio con il capomafia del paese. E a Palermo, per accorgerti di cosa sta succedendo, devi saper identificare i nomi e i volti di chi distribuisce manifestini o santini elettorali.

Per le politiche del 2006, per esempio, tra ragazzi del motore azzurro, l'organizzazione voluta da Marcello Dell'Utri (condannato in primo grado per concorso esterno e in secondo per tentata estorsione), figurava tutta la famiglia di Rosario Parisi, il braccio destro del boss Nino Rotolo, a cui era stato pure delegato il compito di curare uno dei tanti gazebo berlusconiani. Nel quartiere popolare della Kalsa, invece, fino a venti giorni prima delle amministrative non si vedeva un manifesto. Poi, una bella mattina, sulla saracinesca del negozio vuoto del più importante latitante della zona qualcuno aveva appeso un' immagine del sindaco Diego Cammarata (verosimilmente all'oscuro di tutto). Era il via libera. Mezz'ora dopo i muri dell'intero quartiere, come gli abitanti, parlavano solo di lui.

Auto rubate e distrutte sul lungomare di PalermoNon deve stupire: la mafia, anzi le mafie, sono ormai laiche, non sono a prescindere di destra o di sinistra, e prima della chiamata alle urne fanno dei sondaggi. Come ha raccontato il pentito Nino Giuffrè l'organizzazione ha uomini ovunque in grado di percepire gli umori dell'elettorato. Poi, quando diventa chiaro chi può vincere, stringe accordi con chi è disponibile al dialogo. O imponendo candidature, o offrendo voti in cambio di soldi, appalti o favori. Anche per questo, e non solo per distrazione, nelle liste oggi c'è finito di tutto.

In Sicilia, per esempio, presentare Cuffaro, condannato in primo grado a 5 anni per favoreggiamento, è stato come segnare una svolta. Cintola a parte, l'Udc fa correre alla camera Francesco Saverio Romano, tutt'ora indagato per concorso esterno; Calogero Mannino, imputato davanti alla corte d'appello di Palermo; e Giusy Savarino, che solo un mese fa ha visto il Tribunale inviare, al termine del processo 'Alta Mafia', alcuni atti che la riguardano alla procura.

Secondo i giudici dalle intercettazioni e dai verbali emerge come nel 2001 lo scontro sulla sua candidatura alle regionali tra suo padre, Armado Savarino, e l'ex assessore Udc, Salvatore Lo Giudice, poi condannato a 16 anni di reclusione, sia stato risolto dalla mediazione del boss di Canicattì, Calogero Di Caro. Certo, si può benissimo concordare con Pier Ferdinando Casini, il quale di fronte alle polemiche, fin qui limitate al nome di Cuffaro, ripete "non è giusto che le liste le faccia la magistratura". Resta però il fatto che il numero di suoi candidati risultati in rapporti con uomini di Cosa nostra, o coinvolti a vario titolo in indagini per mafia, è altissimo.

Troppi per ritenere che le accuse lanciate dai pentiti, secondo i quali il voto per il partito di Cuffaro negli ultimi anni sarebbe stato compatto, siano del tutto campate in aria. In questa situazione, con la magistratura che non può intervenire perché per arrivare al processo ci vuole (giustamente) la prova dell'accordo con i mafiosi, a denunciare e bonificare ci dovrebbe pensare la politica. Il tentativo della commissione Antimafia di far approvare, per iniziativa del senatore di Forza Italia Carlo Vizzini, un codice etico che impedisse la presentazione di candidati collusi almeno alle amministrative del 2007 è però rimasto lettera morta.

Al primo febbraio del 2008 su 103 prefetture, solo 86 avevano inviato alla commissione una fotografia di quello che era accaduto nelle urne sei mesi prima. E stando a quanto risulta dai documenti che 'L'espresso' ha letto, mancavano, tra l'altro, all'appello le risposte delle provincie di Avellino, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Taranto e Trapani. I partiti avversari poi tacciono tutti. Il Pdl, nonostante le polemiche contro il "cuffarismo e il clientelismo", è prudentissimo.

Anche perché gli azzurri in lista non si sono limitati a ricandidare il senatore Pino Firrarello, condannato in primo grado per turbativa d'asta aggravata e ora sotto inchiesta per concorso esterno, o l'ex sottosegretario Antonio D'Alì, ex datore di lavoro del superlatitante Matteo Messina Denaro, e oggi accusato dall'ex prefetto di Trapani Fulvio Sodano di aver voluto il suo trasferimento per fare un piacere a Cosa nostra (sulla vicenda è in corso un'indagine e un processo per diffamazione).

Negli elenchi fa capolino pure la new entry Gabriella Giammanco, ex aspirante velina, volto giovane del Tg4, ma soprattutto nipote di Vincenzo Giammanco, definitivamente condannato come socio e prestanome di Bernardo Provenzano. E poi ci sono tutti gli altri. A partire da Gaspare Giudice, assolto in primo grado dalle accuse di mafia con una sentenza in cui il tribunale sostiene di aver però "verificato con assoluta certezza" l'appoggio datogli da Cosa nostra nel 1996 e "con grandissima probabilità" anche nel 2001. Per arrivare a Renato Schifani, considerato in pole position dal 'Giornale' come futuro ministro degli Interni, sebbene negli anni '80 sia stato a lungo socio, assieme all'ex ministro Enrico La Loggia, della Siculabrokers: una compagnia in cui figuravano anche Nino Mandalà, futuro boss di Villabate, e Benny d'Agostino, imprenditore legato per sua ammissione al celebre capo di tutti i capi, Michele Greco.

Insomma, meglio non discutere di mafia. Un po' come fa il Pd messo in imbarazzo dalle proteste di Beppe Grillo e della Confindustria, quando con un colpo di mano aveva tentato di escludere dalle liste Beppe Lumia. Dietro a quella scelta non è difficile vedere l'ombra del grande avversario di Lumia, il dalemiano Mirello Crisafulli, filmato mentre discuteva, dopo averlo baciato, di appalti e favori con i boss di Enna, Raffaele Bevilacqua. Da quando nel 2007 Lumia, condannato a morte da Cosa nostra, aveva definito la sua candidatura inopportuna, Crisafulli, grande amico di Cuffaro, non lo salutava più. Poi in lista c'era finito solo Crisafulli e Lumia era stato recuperato come numero uno al Senato solo quando era diventato chiaro che stava per passare con Di Pietro. In compenso tra gli aspiranti deputati del Pd è comparso Bartolo Cipriano, ex sindaco e poi consigliere del comune messinese di Terme Vigliatore, sciolto per mafia nel 2005.Meglio vanno le cose in Calabria, dove le liste di Veltroni, capeggiate dall'ex prefetto De Sena sono in buona parte pulite (al contrario di quanto era accaduto con le regionali quando la 'ndrangheta votò per il centrosinistra). Tra i democratici suscita qualche perplessità principalmente il nome di Maria Grazia Laganà, la vedova di Francesco Fortugno, il vice-presidente della regione ucciso dai clan, sotto inchiesta per truffa ai danni dello Stato nell'ambito delle indagini sulle infiltrazioni mafiose alla Asl di Locri. Qui, come in Campania, la battaglia con il centrodestra si profila in ogni caso all'ultimo voto.

E il Pdl candida al Senato (decimo posto) addirittura Franco Iona, cugino primo del boss Guirino Iona, capo dell'omonima cosca crotonese ora in carcere dopo anni di latitanza. Nel 2005 Iona non aveva potuto correre per le amministrative con l'Udeur proprio a causa della sua ingombrante parentela. Ora, nonostante le proteste del presidente della commissione Antimafia Francesco Forgione, Iona si dà da fare per raccogliere voti e ribadisce di essere incensurato. Difficile comunque che ce la faccia, al contrario di Gaetano Rao, numero 17 del partito di Berlusconi e Fini alla Camera, e soprattutto nipote di don Peppino Pesce, vecchio boss dell'omonima e potentissima cosca di Rosarno.

Per uno strano scherzo del destino Rao si ritrova candidato assieme ad Angela Napoli (An), membro della commissione Antimafia e feroce avversaria della 'ndrangheta. La Napoli, insomma, ingoia amaro anche perché con lei sono candidati Pasquale Scaramuzzino, l'ex sindaco di Lamezia Terme, un comune sciolto nel 2002 dal governo per mafia in seguito a una sua battaglia, e Giuseppe 'Pino' Galati, allora leader del Ccd: un partito che l'attaccava a tutto spiano. Anche in Campania, dove solo nella provincia di Napoli, sono stati sciolti 15 comuni (in prevalenza di centrosinistra) dal 2001 a oggi, c'è incertezza.
Alle prese con l'emergenza rifiutiil Pd pare essersi mosso con relativa cautela, anche perché scottato dalle indagini sul clan Misso e i suoi rapporti con la Margherita. Tutt'altra storia sono invece le liste degli avversari. In Parlamento entrerà Sergio De Gregorio, l'ex dipietrista subito convertito a Berlusconi, indagato per riciclaggio dopo che sono stati scoperti suoi assegni in mano a Rocco Cafiero detto ''o capriariello', un contrabbandiere considerato organico al clan Nuvoletta. Con lui ci sarà Mario Landolfi (An), ora costretto a fronteggiare l'accusa di essere stato appoggiato nel 2006 da un manipolo di camorristi.

E c'è pure Nicola Cosentino, uno che la mafia se l'è trovata suo malgrado in casa, visto che uno dei suoi fratelli ha sposato la sorella del boss, detenuto al 41 bis, Peppe Russo, detto 'o padrino'. Insomma, c'è da stare tranquilli. Comunque finiranno le cose il 13 aprile avremo un Parlamento specchio del paese. Peccato solo che a essere riflessa, almeno nel sud, sarà anche la parte peggiore.

Hanno collaborato Arcangelo Badolati, Giuseppe Giustolisi, Roberto Gugliotta e Claudio Pappaianni

sabato 15 marzo 2008

Un sincero e punk abbraccio al nostro Portu per lo spazio e per l'amicizia.

Fatina for President

Portu lo sa, io ho sempre avuto una spiccata simpatia per il pankabestiolismo. Sono attratto dal suburbano, dal subsociale, amo la circonvallazione casilina e la periferia di Roma sud. Di fatto, quando esco di casa e i miei piedi si incamminano, dopo poco, neanche a farlo apposta, la strada diventa sporca e piena di buche. Non so, è più forte di me, e non posso fare a meno di finirci.

Al centro non ci so stare, piazza di Spagna è il vero mondo di plastica, ove tutti fanno finta di essere qualcosa che non sono. Alla magliana questo non serve, quando ti pestano a sangue o ti fottono il motorino lo fanno in modo sincero, senza nascondersi. E se gli chiedi il perchè di tale gesto loro non ti parleranno del tempo che cambia, dei valori della famiglia cristiana o della scaletta del Sistina.

Bella si la periferia, ma sporca e con le strade bucate e poi arriva il giorno in cui dici "...forse qualcosa mi frega!" e cominci a cercare qualcosa che sia punk (dentro) e poco bestiolismo. Perchè lavarsi in fondo è piacevole e facilita le relazioni sociali mentre tutto il resto lo custodisci nel cuore o nella mente.

Ora siamo sotto periodo elettorale, dimmi dove abiti e ti dirò chi sei o dimmi chi voti e farò lo stesso. E mentre ci prepariamo a questa spaventosa verità ci facciamo lusingare dalle infinite promesse. Al centro la città è piena di manifesti, manifesti di gente che è sempre la stessa e anche le promesse che fanno. Via gli zingari e quelli come loro! Ma sono sempre di più (per fortuna). Abbassiamo le tasse! E quelle salgono, per non parlare (per fortuna) della benzina. Allora mi chiedo: ma cos'è che manca a questa città?

Andando verso casa oggi, alla stazione Trastevere un gruppo di senzafissadimora giocavano a carte, non giocavano a soldi ma a fette di pane. Qualche metro piu in là un poster gigantesco con la faccia di Alemanno, che con sguardo severo sembrava quasi che li controllasse. Passandoci vicino ho sentito un forte senso di nausea e di ribrezzo, un irrefrenabile desiderio di sputare via la melma irritante. Ho fatto qualche passo indietro, ho caricato i polmoni e ho riversato la melma sulla faccia di Alemanno sotto gli occhi perplessi dei giocatori d'azzardo.

A questa città, ho pensato in quel momento, serve un po più di sincerità.
Non so bene come esprimerla questa sincerità. La mia prima idea è stata quella di formare un partito nuovo. Il Partito del Bosco Magico avevo pensato io e Fatina come presidente. Non so se qualcuno ha desiderio di entrare nelle nostre liste, ma almeno, visto che siete arrivati fin qui, visto che siamo sotto elezioni, visto che non ho nessuna speranza di diventare sindaco di Roma, andate a cercarvi facce nuove, facce più sincere.
Io ve ne propongo una, poi fate voi.
Però sul Bosco Magico fateci un pensierino...

venerdì 14 marzo 2008

Due storie punk italiane. Vota la tua



Prima storia punk. La metro e' una merda, piena di pidocchiosi leccaculo incravattati con i loro orologi in bella mostra e la figa da rappresentanza accanto e dose di coca nel taschino per dimenticare un'altra giornata da schiavo in ufficio. Quella vecchia di merda davanti a me puzza di armadio ed e' vestita invernale, mi sposto, odio la primavera e quella faccia da sbirro di quel ciccione che mi fissa con aria da guardia. Fanculo lui e fanculo tutti. Stasera Speed.



Seconda storia punk. Sveglia alle sette. Mille euro lordi. Colazione di fretta, mela da consumare in piedi per non perdere tempo. Ho un alito di merda. Mi lavo i denti ed esco, passo svelto, evito tutti quegli stronzi che vanno a due allora, ho fretta e devo timbrare in orario. La metro puzza e quella merda di sindaco di Roma mi fa andare in metro come in un carro bestiame, senza aria condizionata. Quel cicciona davanti a me con la faccia da sbirro puzza e c'ha l'ascella pezzata. C'e pure uno di quei punk del cazzo che non lavora non produce e si crede che ha capito tutto e ha una faccia da coglione. Sette fermate ancora, sale sempre piu' gente. Odio la gente e quei politici di merda che la metro la mattina non la prendono. Scendo, mi faccio strada a passo svelto agitando il giornale, la gente si sposta come le mosche, c'e tanta merda intorno a me. Entro, timbro e mene fotto.


martedì 11 marzo 2008

Buoni propositi, buoneolimpiadi





La Cina non è più nella lista nera Usa dei paesi che compiono maggiori violazioni dei diritti umani, rivela un rapporto annuale diffuso oggi dal Dipartimento di Stato. Ma la Cina continua a negare alla sua popolazione diritti umani di base - afferma il rapporto - e continua a torturare i prigionieri. La lista nera stilata dal Dipartimento di Stato comprende quest'anno Corea del Nord, Birmania, Iran, Siria, Zimbabwe, Cuba, Bielorussia, Uzbekistan, Eritrea e Sudan.
La Cina era stata inclusa negli ultimi due anni in questa lista dei paesi che compiono maggiori violazioni dei diritti umani. Complimenti agli USA.

lunedì 10 marzo 2008

Spermi indifferenti/Brit sperm of the future

Qualche mese fa ricercatori della Newcastle University hanno reso noto di essere riusciti a ricavare sperma artificiale da cellule staminali, estratte dal midollo spinale, in topi di laboratorio.

Sarebbe possibile in futuro concepire un figlio che abbia un unico genitore, una donna che ne è al tempo stesso padre e madre, rendendo addirittura inutile l'esistenza del maschio a fini riproduttivi.

Un mondo di Rosy Bindi pronte ad autoreplicarsi. Un altro mondo e' possibile.

domenica 9 marzo 2008

Quale Spagna ha vinto? ZP for president

Zapatero ha vinto.
Il bilancio è stato dunque giudicato dagli spagnoli in modo positivo. Anche se l'economia ha fortemente rallentato negli ultimi mesi e se i socialisti hanno fallito su due temi importanti: la gestione delle autonomie e la lotta al terrorismo dell'Eta.

Le Regioni chiedono infatti sempre maggiore libertà dal Governo centrale di Madrid, mentre l'Eta è tornata a colpire e rimane una spina nel fianco del Paese.Il compito che attende Zapatero non è quindi facile. E per questo avrà bisogno dell'appoggio dell'opposizione e dei partiti nazionalisti.

La Spagna deve confrontarsi con un modello economico ormai superato (basato sulle costruzioni e sul turismo) che rende l'offerta poco competitiva rispetto ai concorrenti.

Messaggio agli italiani: Venite, avete ancora 4 anni per emigrare qui, un Paese che offre lavoro, divertimento e multiculturalimo, anche se non si sa ancora per quanto tempo.

sabato 8 marzo 2008

La società delle nazioni. Una notte in Malasana

La Società delle Nazioni non aveva né una bandiera ufficiale né un logo. Le lingue ufficiali della Società delle Nazioni erano il francese, l'inglese e lo spagnolo. Nel 1921 Nitobe Inazo avanzò la proposta di accettare l'esperanto come lingua dell'associazione, trovando però il rifiuto del delegato francese Gabriel Hanotaux. Fra i principli motivi del suo fallimento quello di richiedere sempre il voto all'unanimità e quello di non disporre di forze di peace-keeping.

L'esclusione della proposta giapponese sulla clausola di eguaglianza razziale dal patto della Società paralizzò, secondo molti storici, l'autorità morale della Società.

Sabato scorso ero davanti la fermata metro di Tribunal, in piena movida madrilena, alle 3.15 di mattina credo, con un chileno e un argentino. Molti soldi spesi a birre low cost comprate dai cinesi ad ogni angolo che sfidano le norme della polizia di madrid che vietano il consumo di alcol in strada. Ce ne fottiamo. 1 euro a birra. Si avvicina un angolese, si chiama Mr. Jones e ci offre shot di rum. Si avvicina uno spagnolo, personaggio della Madrid popolare e dal passato militare nella guardia real. E' pieno di vizi ma simpatico. Poi un messicano rasta che ha fatto il barman a Marina di Ragusa. Poi 3 belgi fiamminghi con cui scambio due parole in olandese ottenendo un sacco di amirazione e una canna. Poi un cubano, un camerunense, un uruguayano, perfino una coppia di catalani. Finiamo in 25, ognuno statisticamente di un Paese diverso, si fa madrugada.

Penso sia questo lo spirito della Società delle Nazioni, o forse quello che veramente e' mancato,
la clausola di eguaglianza razziale proposta dal Giappone.

mercoledì 5 marzo 2008

Nuovi e vecchi ponti, il ponte sullo stretto

L'idea di realizzare un ponte che unisca Calabria e Sicilia risale all'antichità; già dei Romani si dice che fossero riusciti a far transitare le truppe su un ponte di barche e botti. Il tentativo è documentato da Plinio il Vecchio (251 a.C.) che narra della costruzione, voluta dal console Cecilio Metello, di un ponte fatto di barche e botti per trasbordare dalla Sicilia 140 elefanti catturati ai cartaginesi.
Nel 1876 l'on. Zanardelli, convinto dell'opportunità di un'opera fissa tra le due coste, affermava: “Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente”, facendosi portavoce di un'opinione corrente e di autorevoli studi.
Nell'ottobre 2005 Impregilo, a capo di una cordata di aziende internazionali, si è aggiudicata la gara per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina, battendo la cordata concorrente guidata dalla capogruppo Astaldi. L'offerta finale è risultata essere pari a 3,88 miliardi di euro.
L'impresa ha come obiettivo quello di terminare i lavori in 7 anni.

Ma dopo tutti questi secoli e questi miliardi spesi, perche' non fanno una Salerno-Reggio a 8 corsie e un treno Napoli Palermo a levitazione magnetica? Secondo me costa di meno.

martedì 4 marzo 2008

Nuovi e vecchi ponti


Ho scelto questa foto per rappresentare un concetto, la Sicilia.Una ultima lingua di terra che unisce l'estemo sud dell'isola ad uno scoglio, l'isola delle correnti. Un nome che evoca avventure da mito greco e la possibilità di incontrare bizzarre creature, o più semplicemente, quando cala la notte e il cielo ero e cupo sprofonda nel mare al fragore delle onde, una luce gialla e intermittente si avvicina con la sua arca di speranze.
Sicilia, terra di speranze e mito, per un centinaio di clandestini, che nella notte sfidano il mito dell'isola delle correnti e le sue bizzarre creature per raggiungere le sue scogliere, e forse infrangervi corpo speranze sogni o forse farcela, mettere i piedi nell'acqua e non affogare.
La notte, solo quella notte e il faro dell'isola delle correnti sanno quante storie si infrangono sui suoi scogli e quante altre neanche li raggiungono.
Non voglio più leggere sui giornali cose come queste: "una barca in legno sulla quale viaggiavano circa 180 immigrati, lunga una ventina di metri si è spezzata a circa duecento metri dalla riva urtando contro una secca. Tutti gli immigrati sono finiti in mare. La maggior parte è riuscita a raggiungere la riva, mentre altri , anche a causa del mare molto mosso, non ce l'hanno fatta e sono annegati. "

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