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Prima storia punk. La metro e' una merda, piena di pidocchiosi leccaculo incravattati con i loro orologi in bella mostra e la figa da rappresentanza accanto e dose di coca nel taschino per dimenticare un'altra giornata da schiavo in ufficio. Quella vecchia di merda davanti a me puzza di armadio ed e' vestita invernale, mi sposto, odio la primavera e quella faccia da sbirro di quel ciccione che mi fissa con aria da guardia. Fanculo lui e fanculo tutti.
Stasera Speed.
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Seconda storia punk. Sveglia alle sette. Mille euro lordi. Colazione di fretta, mela da consumare in piedi per non perdere tempo. Ho un alito di merda. Mi lavo i denti ed esco, passo svelto, evito tutti quegli stronzi che vanno a due allora, ho fretta e devo timbrare in orario. La metro puzza e quella merda di sindaco di Roma mi fa andare in metro come in un carro bestiame, senza aria condizionata. Quel cicciona davanti a me con la faccia da sbirro puzza e c'ha l'ascella pezzata. C'e pure uno di quei punk del cazzo che non lavora non produce e si crede che ha capito tutto e ha una faccia da coglione. Sette fermate ancora, sale sempre piu' gente. Odio la gente e quei politici di merda che la metro la mattina non la prendono. Scendo, mi faccio strada a passo svelto agitando il giornale, la gente si sposta come le mosche, c'e tanta merda intorno a me. Entro, timbro e mene fotto.
4 commenti:
Secondo me e' piu punk l'impiegato. Giovanni
la seconda storia è più punk...e traspare tutta la rabbia di un giovane brillante che in quest'italia è stato solamente sfruttato...
Io però preferisco la prima storia, che fotografa ironicamente alcuni aspetti della "cultura dell'ottimizzazione" che tanto detestiamo!
Luigi
il vero punk è il ciccione.
ac
tu sei punk che scrivi storie senza storia e hai problemi con la metro b.
prendere l'ultima di notte, vuota completamente è il vero senso di alienazione metropolitana.
Pierg
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